Residuo Fisso Dell’acqua: Cos’è, Cosa Contiene?

Vi sarà capitato osservando le etichette presenti sulle bottiglie di leggere il termine residuo fisso dell’acqua. Cosa indica esattamente? Può essere un parametro determinante in fase di acquisto?

Scopriamolo insieme.

Che cos’è il residuo fisso dell’acqua?

residuo fisso che cosa è?Il residuo fisso (o total dissolved solids) rappresenta la quantità di oligoelementi e sali minerali disciolti nell’acqua. Il campione esaminato, generalmente pari a un litro, viene prima filtrato per rimuovere eventuali particelle in sospensione e successivamente, al termine dei processi d’evaporazione ed essiccamento, analizzato ad una temperatura di 180°C.
Il risultato è espresso in milligrammi per litro.

È fondamentale calcolarlo perché rappresenta un fattore determinante per il processo di classificazione dell’acqua distinguendo cosi tra prodotti leggeri e quelli ricchi di sali, e le loro diverse caratteristiche organolettiche.

Un’acqua che presenta un residuo fisso alto ha un contenuto di sali minerali più alto mentre un residuo fisso basso indica una minore quantità di queste sostanze.

Che cosa contiene il residuo fisso?

Le sostanze più comunemente individuate nel residuo fisso sono: calcio, sodio, potassio e cloruro, che fanno parte del drenaggio nutrizionale nel terreno.

L’identità salina dell’acqua infatti si forma attraverso il percorso che essa compie nel terreno fino all’arrivo alla fonte. I sali che acquisisce sono quindi strettamente legati al territorio e quindi variabili a seconda della zona che analizziamo.

Per tal motivo le quantità di residuo fisso dipendono fortemente dall’ambiente e dal terreno.

Residuo fisso e sali minerali: la classificazione delle acque

Le acque minerali si differenziano tra loro in base al tipo e alla quantità di sali minerali in esse contenuti, dividendosi in:

  • Minimamente mineralizzate (residuo fisso < 50mg/l);
  • Oligominerali (residuo fisso tra 50 e 500 mg/l);
  • Mediominerali (residuo fisso tra 500 e 1500 mg/l);
  • Ricche di sali minerali (residuo fisso > 1500 mg/l).

residuo fisso acquaIn Italia le acque minimamente mineralizzate e quelle oligominerali sono quelle maggiormente diffuse rappresentando oltre il 61% di tutte quelle presenti sul territorio.

Secondo principi condivisi internazionalmente, sviluppati anche nelle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), un’acqua ottimale deve avere un TDS al di sotto di 150mg/l.

I vantaggi di un’acqua a basso residuo fisso

La quantità di residuo fisso presente nell’acqua incide sul suo sapore. Essendo un parametro legato al terreno si deve tenere in considerazione che nel tragitto che percorre l’acqua si arricchisce delle caratteristiche organiche donandole un sapore particolare, unico.

Un’acqua ricca di calcio, di solito, ha un gusto tendente al dolce; quella con tanto magnesio, invece, ha un sapore più amaro.

Acque con un residuo fisso alto, quindi carico di minerali, avranno un sapore deciso, pesante e più forte al palato. Quelle invece con residuo fisso basso avranno un sapore gradevole, delicato e più leggero.

Un’acqua con un residuo fisso basso può avere un impatto positivo anche sulla salute.  Chiariamo innanzitutto che le acque con residuo fisso alto non contengono sostanze dannose, né sono qualitativamente peggiori, hanno solo più sali minerali disciolti.

Se si vuole essere certi di non introdurre più sali minerali del dovuto, soprattutto per chi soffre di calcoli renali, si potrebbe consigliare un’acqua a basso residuo fisso.

Stesso discorso per quanto riguarda ritenzione idrica e cellulite: non esiste nessun tipo di acqua e nessun parametro di residuo fisso che incida sull’insorgenza della cellulite o sulla ritenzione. È tuttavia consigliato in entrambi i casi di bere in maniera soddisfacente (circa 1 ml di acqua ogni kcal assunta con la dieta).

Sicuramente sulla quantità di acqua da bere, e sul residuo fisso che essa deve contenere, è sempre opportuno consigliare un medico che, in base alla nostra salute e allo stile di vita che conduciamo, saprà indicarci quali valori sono adatti o meno al nostro organismo.

Residuo fisso e alimentazione

residuo fisso e alimentazione

L’acqua spesso è considerata erroneamente l’ingrediente meno importante di una ricetta. Tuttavia nella preparazione di tutti i piatti la scelta di un tipo di acqua piuttosto che un altro può fare la differenza.

Le acque leggere e con un residuo fisso basso sono ideali per preparare bevande come thè e caffè, e per cucinare gli alimenti che ne assorbono grandi quantità, come la pasta e i legumi, le zuppe.

I grandi chef consigliano di utilizzare acque leggere a basso residuo fisso per la preparazione di cibi nutrienti e salutari; un’acqua con un residuo fisso basso esalta il sapore delle pietanze e le rende equilibrate e delicate.

Tant’è vero che molti ristoratori per le loro cucine hanno provveduto all’installazione di un depuratore in modo da avere direttamente dal rubinetto un’acqua ideale, leggera e morbida, perfetta per preparare ogni tipo di piatto.

 

 

Residuo fisso: le quantità consigliate

Esiste quindi una quantità di residuo fisso migliore di un’altra?

No, a seconda delle esigenze delle persone è possibile scegliere l’acqua più adatta in base al tipo e alla quantità di sali minerali presenti, ma l’acqua a basso residuo fisso può essere utilizzata da tutta la famiglia, compresi bambini e anziani.

Nelle acque effervescenti abbiamo un residuo fisso alto poiché la quantità rilevante di anidride carbonica presente naturalmente in essa si lega alle molecole dei sali minerali, stabilendo così se quel tipo di acqua è più o meno frizzante

 

Come ridurre il residuo fisso

Abbiamo visto che il residuo fisso alto non fa male, ma specifichiamo che ogni organismo ha bisogno di un’acqua diversa, ed è quindi consigliabile tenerlo sempre sotto controllo.

Optando per un’acqua in bottiglia puoi verificare questo parametro sull’etichetta; ognuna di esse ha infatti delle caratteristiche ben specifiche, e in commercio puoi trovarne diverse.

Per quanto riguarda le acque del rubinetto capita spesso che possiedano un residuo fisso abbastanza elevato.

Chi sceglie di ridurre questa quantità può optare per l’acquisto di un depuratore d’acqua ad osmosi inversa. Si tratta di un processo fisico di permeazione attraverso una membrana semipermeabile, allo scopo di ridurre il tenore salino dell’acqua e non solo.

Esistono diverse tipologie di depuratore, ognuno con una funzione ben specifica ed è bene per una scelta oculata rivolgersi ad un’azienda specializzata che può consigliare il giusto modello.

Le normative vigenti in merito al residuo fisso presente nelle acque destinate al consumo umano (D.Lgs 31/2001 valido in ambito europeo, D.M 25/2012 valido in Italia) e distribuite tramite la rete idrica dell’acquedotto stabiliscono che non vi è alcuna limitazione nei valori assunti dal parametro, ma gli stessi non possono essere superiori a 1500 mg/L.

Tenendo conto delle agevolazioni fiscali previste dal Bonus Acqua potabile 2022, l’installazione di questo tipo di impianto rappresenta la soluzione ideale per chi vuole ridurre il residuo fisso della propria acqua.

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